Ginnastica posturale: da cosa dipende una postura corretta

Rieducazione posturale, riequilibrio posturale, ginnastica posturale: sono tutti sinonimi di una tecnica specifica altamente complessa che oggi vediamo volgarizzata in un infinito di sfaccettature di esercitazioni ginniche che nulla hanno a che vedere con la rieducazione posturale o la postura. 

Per postura troviamo molte definizioni ne diamo una anche noi:

la postura è l’identità spazio temporale che un individuo assume in relazione alle sue condizioni fisiche la psico emotive. ​

La conformazione che assumiamo nello spazio non è sempre ottimale per una efficienza del muoversi,  in rispetto della integrità strutturale, essendo l’esito di molteplici caratteristiche e comportamenti somato psichici, prelude spesso in un sistema male adattato alle esigenze fisiologiche che un individuo deve assumersi per non ammalarsi di postura scorretta.  

Tenterò qui di dare elementi di comprensione perché questa rubrica possa essere un aiuto una indicazione alla corretta igiene posturale per tecnici e per chiunque abbia capito che, interagire correttamente con la forza di gravità preserva e cura patologie muscolo scheletriche e aumenta la performance atletica nei praticanti Sport. 

 

Andiamo ora il concetto di carico assiale con un esempio: il pennone di una nave se perfettamente perpendicolare scarica tutte le sue forze sulla verticale e tende rimanere in equilibrio. Equilibrio che viene turbato da qualsiasi forza provenga dai lati, fosse anche una piccolissima onda. Per questo il pennone di una nave viene fissato mediante tiranti che devono essere lunghi e tesi tanto quanto serve strategicamente per non sbilanciare il pennone. Tale condizione è fondamentale nel suo rapporto tra tiranti, se uno è più tso degli altri, tutto il sistema ne soffrirà creando lesioni tra tiranti e al pennone stesso. 

Se ha il pennone della nave sostituiamo lo scheletro umano (che non è di un unico asse ma un’insieme di assialità vincolate e veicolate da articolazioni che ne determinano nel movimento la collocazione generale globale, che altro non è che la postura. La geometria posizionale dei segmenti ossei sia statica che dinamica, offre la chiave di lettura per capire se ci sono alterazioni, e come correggerle. Ad es. basta guardare un piede nei confronti dell’altro, per scoprire già subito che rapporto statico e dinamico quell’individuo ha con la gravità. 

La postura umana è determinata nel suo costituirsi dalle percezioni neurologiche che arrivano dalle informazioni periferiche. 

La prima informazione periferica che dà segnali al cervello per comportarsi in un certo modo sono i piedi. Il piede è un organo meccanico e di senso strutturato in un momento dove non c’erano le scarpe e quindi si suppone che la sua conformazione sia perfettamente idonea senza l’utilizzo di scarpe a segnalare al cervello con i propriocettori podalici, le informazioni necessarie a stare fermi o dirigersi nello spazio e nel tempo, con coerenza di intenzione, mediante le risposte motorie corticali elaborate nelle aree associative del cervello. 

Impariamo quindi subito a comprendere questo discorso tra piede e cervello, dialogo che deve essere il più limpido trasparente e sincero possibile e che la scarpa è una sorta di barriera che in alcuni casi può falsare le informazioni che il piede dà al cervello.  Quindi tanto più la calzatura lascia libero il piede di informarsi nell’impatto col suolo senza compressioni, e tanto più avremmo una completezza di risposte neuro funzionali.

Prima regola non si può avere una postura corretta con scarpe non adatte. 

Vedremo in seguito la morfologia del piede e la sua biomeccanica, in relazione alla biomeccanica della colonna vertebrale.

Altro concetto che mi preme sviscerare per dare una forma propedeutica a questa rubrica è che:

  • Nel tragitto di scambio delle informazioni piede cervello piede, intervengono fattori che sono riconducibili all’assetto emotivo ma non nel modo in cui volgarmente spesso viene fatto vedere in pratiche di dubbia scientificità.
  • Tralasciando per ora informazioni di psicanalisi possiamo tranquillamente dire che lo scheletro, come il pennone di una nave può stare in piedi in equilibrio senza forze di tenuta ( fatto salvo la compensazione delle leggera inclinazione anteriore del fusto tibiale ) se non ci sono perturbazioni.
  • La perturbazione primaria e costante che implica l’attivazione corretta di alcuni muscoli per stare in equilibrio è la respirazione, in quanto la mobilizzazione della cassa toracica altera i volumi di riposo e sposta in avanti lo scheletro ché per non cadere deve attivare muscoli specifici che vedremo in seguito, quali sono. 

Ora quello che mi interessa è far capire un meccanismo importante nella lettura della postura umana.

  • Se la perturbazione primaria e costante, dello scheletro in equilibrio è la respirazione, con il via ad una catena di informazioni e risposte, tra piede e cervello; tale catena è strettamente dipendente dall’emotività di un soggetto; per cui la respirazione breve e veloce o profonda e lenta a seconda della emotività di relazione diventa condizionante. 
  • Quindi la postura è un mix regolato di informazioni che dal piede arrivano al cervello e tornano  piede con una perturbazione data dall’atto respiratorio che è strettamente in relazione con aspetti emotivi.  Oggi abbiamo gettato la base per comprendere in futuro aspetti tecnici, che altrimenti sarebbero di scarsa utilità se  presi decontestualizzati.

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Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti - Fisioterapista 

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