Postura e allenamento: telecezione come metodo di controllo

Come secondo articolo di questa rubrica, riprendiamo e ampliamo i concetti precedentemente espressi, per creare un quadro di insieme spendibile per tecnici e non tecnici, al fine di promuovere una efficacia allenante e perdurante. Continuando a integrare punti fermi nella salute posturale, raggiungibile in consapevolezza scientifica si cerca di istruire propedeuticamente il lettore per una consapevolezza pratica della materia.

Cercheremo di dare nozioni prendibili, al di fuori di specificazioni scientifiche eccessivamente complesse per i poco addetti ai lavori.

Se la volta scorsa abbiamo detto che la postura si regola dal dialogo che il cervello ha con il piede in una comunicazione: piede – cervello – piede, con in mezzo la respirazione che alterando i volumi scheletrici impone una ritmica di attivazione viscoelastica per costanti micro movimenti di aggiustamento in antero posteriore ( piano sagittale e ricordiamoci di questo passaggio che sarà cruciale nel capire come testare alterazioni, quando affronteremo l’argomento )

oggi parleremo delle intenzioni di movimento che sono essenzialmente instradate dalle percezioni telecettive

Telecezione

I telecettori possiamo definirli come organi sensibili a stimoli provenienti da lontano. Occhio ed orecchio sono deputati a ricevere stimoli e informazioni lontano dal corpo, per tradurle in istanze nel cervello a richiedergli risposte in generale, e per il nostro interesse specifico motorie. 

Es: se cammino e dietro di me sento suonare un clacson, mi sposto, sobbalzo, e se sono in mezzo ad una strada, cerco con l’occhio dove dirigermi velocemente per essere al sicuro. Informazioni telecettive per reazioni in memoria a capacità limitata, mediata da attività di memoria  capacità illimitata. 

Qui avremmo da parlare a lungo, ma, ora, interessa stabilire un concetto nella comprensione del sistema posturale;

La corretta gestione spaziale degli organi di ricezione degli stimoli provenienti lontano per le reazioni su obiettivo. 

In un cervello convivono memorie, di vario genere e attente cronologicamente in stadi evolutivi, sia primordiali che esperienziali della contemporaneità esistenziale di un soggetto.  

Noi ci muoviamo nello spazio e nel tempo, con un corpo che qualifica lo spazio in cui muoversi, dalle informazioni visive e auditive in relazione alla postazione di partenza della ricezione; per una reazione che include le capacità soggettive derivate dalla propria esperienza motoria in relazione alla propria capacità condizionale. 

Es: se guido l’automobile, con specchietti e sedile organizzati per gestire comandi e reazioni su occhio ed orecchio posti in un cranio flesso e anteriorizzato per flessione della colonna cervicale in alterazione posturale, classica; tutto ciò che so fare è relativo a quella posizione e tutto il corpo si adatta al meglio per quella posizione. Se raddrizzo la colonna cervicale, magari uso un rinforzo lombare, tutta la mia guida deve essere rivista, come rivisti specchietti, sedile e comandi. Idem se mi faccio la barba nello specchio, se porto il cibo alla bocca, ecc…….

La normalità motoria considerata dal cervello che si è strutturata su una alterazione posturale è il nemico grande per un riequilibrio posturale. Perchè se raddrizziamo un soggetto abituato in memoria neurologica a dimensionarsi piegato, la sua prima reazione sarà di non sentirsi a posto. Sapergli dire il perchè, fa la differenza tra chi sa le cose e chi no.

Per semplificare:

Una alterazione posturale, porta la telecezione in una geometria scheletrica che verrà fissata come normale del cervello creando compensi e vincoli strutturali per gestire la vita in quella postura. 

Un eccesso di frustrazione emotiva che porta occhi bassi testa avanti, oltre che creare un modulo strutturale alterato, crea una condizione di pseudo normalità funzionale nel cervello. Cervello che vedrà come anormale alzare la testa e muoversi in allineamento assiale.  

L’altezza dell’occhio e dell’orecchio possono:

  • Fissare una postura scorretta in vincoli e compensi se si abbassa
  • Togliere vincoli e compensi se si alza con consapevolezza che abituando le percezioni in altezza coerente, poi tutto il sistema si adatta in una normalità
  • Saperlo e fare piccole cose giornalmente è importante per evitare crolli funzionali. 

Diciamo che la postura si regola dal dialogo di cervello – piede – cervello per creare micromovimenti di aggiustamento continuo in relazione al dimensionamento dell’Habitat spaziotemporale metricamente percepito dall’altezza angolare di occhio ed orecchio.  

Se nello spazio dimensionato da occhio ed orecchio per informare il cervello per avere risposte di reazione e moto, ci mettiamo il gesto sportivo, possiamo comprendere come una corretta igiene posturale, sia propedeutica ad una performance atletica, preventiva di infortuni. 

Es se devo sparare con un arma da fuoco, riuscirò tanto meglio a farlo se occhio ed orecchio saranno in una posizione telecettiva fisiologica per chiedere al cervello stabilità scheletrica e attenzione sulla mira. 

Per dovere professionale, debbo dire, che una alterazione posturale, non può essere svincolata solo dall’alzare la testa, ma serve una attenta valutazione che svincoli con esercitazioni e manualità la struttura alterata per consegnarla ad una altezza telecettiva coerente che la fisserà giusta.

Quindi fondamentale avere concetti di base, sapere testare e poi svincolare i blocchi, per fissare nella giusta posizione lo scheletro, mediante l’esercitazione spazio temporale in dimensioni percepite da corretta altezza angolare. 

Diciamo che la ripetitività di esercizi anche corretti, formalmente, e allenanti,  se non considera aspetti posturali, non avrà efficacia e prevenzione ad infortuni, come se mettiamo ad allenarsi una postura geometricamente il più a posto possibile. 

Sperando di non annoiare, vi invito a fare una buona archiviazione dei concetti di base, prima di affrontare tecnicamente l’analisi e la correzione della postura. 

ADESSO SIAMO A: 

dialogo cervello piede cervello in perturbazione respiratoria su piano sagittale dentro una dimensione spazio temporale, ricevuta e inviata da occhio ed orecchio al SNC; il tutto a tracciare capacità in memoria illimitata, da riprodurre in contesti involontariamente; che tradotto è il gesto atletico!

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Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti - Fisioterapista 

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