Postura ed assetto emotivo

La disciplina Ginnastica Dinamica Militare, nasce da una intenzione di coniugare gli aspetti ginnico motori allenanti, con la rappresentazione di se stessi, non solo in ambiente, ma anche emotivamente, dentro un collettivo finalizzato agli stessi obbiettivi.

Abbiamo fin qui dato elementi di valutazione e correzione. Primari sugli atteggiamenti e deviazioni posturali. Ho voluto creare una sorta di “alveare” didattico, generale, dove poter poi riempire le caselle progressivamente e con l’intenzione di far valere l’insieme e non i singoli comparti.

Spesso la postura, o l’ordine orto dinamico, viene descritto come strettamente pertinente ad un ambito, piuttosto che ad un altro, per  comodità di chi ne parla, unitamente alla totale incapacità di interconnettere tutta la sfera dell’uomo nella proiezione di se stesso in un ordine orto dinamico.

L’esempio più calzante, è la trattazione di questo argomento  da parte della:

  • psicologia spicciola ( ma altamente divulgata e assorbita ) 
  • branche di praticanti senza formazione di merito, che ne descrivono alcuni aspetti strutturali, finiti a se stessi, o che qualificano come energie indefinite, funzioni perfettamente esplicabili in scienza e coscienza. Canali energetici, energia positiva, riconnessioni, confusioni spirituali su aspetti materiali, ecc…. 

Riepilogando, noi vogliamo affermare, come la postura, sia in primis, la proiezione di se stessi in un habitat qualificato dalle percezioni telecettive ( occhio ed orecchio ) dentro un turnover di azione e reazione adattiva strutturale, in considerazione della sfera emotivo – comportamentale.
Quindi, ogni aspetto di questa valutazione può andare in lesione ed essere la miccia per le reazioni a catena adattiva e riflessa su tutti gli altri aspetti.
Sulla base di questo enunciato, parleremo oggi della proiezione rappresentativa di noi stessi dentro l’ ambiante, qualificato dalla percezione esterocettiva, legato alla base emotiva riferita anche alla presenza di altri nel proprio spazio.

La disciplina Ginnastica Dinamica Militare, nasce da una intenzione di coniugare gli aspetti ginnico motori allenanti, con la rappresentazione di se stessi, non solo in ambiente, ma anche emotivamente, dentro un collettivo finalizzato agli stessi obbiettivi. Oseremmo dire, che è l’habitat migliore per rappresentarsi in proiezione, emotivamente gratificante, ad efficentare oltre che le forze muscolari, anche le reazioni di sostegno alla posturai, solidificandole in un ordine ortodinamico positivo.

I colori, le competizioni prese dagli addestramenti militari, l’ordinamento gerarchico di riferimento, determinano un adattamento disciplinare emotivamente incentivante e l’esercizio in natura, fuori da spazi dedicati con attrezzi e confort, riflette in afferenza, segnalazioni regolamentari a richiedere adattamenti muscolo attivi e ordinamento posturale.
Il non utilizzare strumentazioni meccaniche per la muscolazione è finalizzato a ricercare adattamenti reattivi non solo sul muscolo, ma su tutta la sfera degli aspetti esistenziali. Che si coinvolgono a praticare la disciplina.

Se valutiamo l’immagine qui in alto, vediamo che in rosa abbiamo un allineamento posturale ideale, avanti e dietro in verde, si vede chiaramente una situazione di alterazione orto dinamica dove l’occhio e l’orecchio, sono più in basso. Tale conformazione è tipica di adattamenti in reazione psicomiotensiva o per meglio chiarire, modificazioni della tensione muscolare su assetto psicologico non equilibrato.

I primi 2 omini blu, mostrano chiaramente una alterazione della postura, con però occhio ed orecchio ad una altezza quasi regolare.
Tale esito, non è in una reazione naturale, ma condizionata. Per dirla semplice, potremmo dire che sono i due omini rosa, che hanno fatto un riequilibrio posturale scorretto, o una muscolazione al di fuori dei carichi naturali.

Le immagini, suscitano subito una corrispondenza in un comportamentismo scandagliabile in psicologia, e facilmente riscontrabile nelle persone che conosciamo.
Sarebbe troppo lungo affrontare questo capitolo che dovrebbe “pescare” le basi nella psicologia della età evolutiva.

La teoria di Vvgoski e Piaget, padri degli studi sul comportamentismo e la formazione del pensiero, enuncia:

  • Le funzioni intellettuali superiori emergono dalle esperienze sociali;
  • Come Piaget, il bambino è considerato attivo costruttore nell’ambiente: Piaget: ambiente fisico
  • Vygotskij ambiente sociale, inteso sia come cultura che come interazioni.


Saltando velocemente e grossolanamente, la didattica, possiamo dire che l’assetto emotivo determina la geometria posturale nel coinvolgere le percezioni esterocettive a conformare il movimento nell’ambiente qualificato visivamente e uditivamente; in un esito mediato dalla socialità che vi si sviluppa.

È chiaro che se cammino a carponi per un anno, quando mi alzo avrò vertigine imbarazzo posturale e continua richiesta neuro funzionale di gestire spazio e moto dentro l’habitat qualificato durante l’anno a carponi.
Se mi confronto che chi è retto in piedi, avrò imbarazzo emotivo, tenderò a coercizzare i miei movimenti, ad abbassarmi limitando le mie reazioni di sostegno posturale, come se fossi in piedi davanti ad un precipizio.

Stessa reazione alla destabilizzazione delle reazioni di sostegno, la avrò in tutte le turbe psicoemotive per riflesso mio tensivo. 

Es. se mi trovo su un balcone senza ringhiera di protezione al decimo piano, con occhio nel vuoto, tenderò ad abbassarmi inconsapevolmente. Adduttori contratti, flessione del rachide ecc……Reazione miotensiva!

Se salgo sul Ring con un pugile, che ha la fama di essere un carnefice e io non sono preparato, avrò la stessa reazione mio tensiva di come ero sul balcone.

Se nelle 2 fattispecie appena esaminate ci mettiamo l’euforia o ebbrezza da alcol o stupefacenti, non ci sarà reazione di protezione e la reazione mio tensiva sui recettori implicati nelle reazioni di sostegno sarà assente, esponendo a rischio grave.

Rebus sic stanti bus, si può dire che una condizione emotiva negativa a sostenere la postura corretta, può essere cambiata, non certamente da stupefacenti o alcol.

Su richiesta si può sviluppare ulteriormente l’argomento sulla spinta emotiva nella gestione dell’asse posturale, in allenamento.

Ora mi preme dare dei “ comandamenti”? ordini? Consigli? Dipende da come li volete. 

1 – una correzione posturale incompleta sotto la considerazione di tutti gli aspetti perturbanti, è disastrosa, negli esiti; 

 2 – l’ambiente deve essere gratificante e favorente una spinta emotiva positiva; ne euforica, ne disattivata nelle attenzioni e consapevolezze. 

 

Volete fare un test? Mettete la divisa GDM a un principiante e valutate visivamente la differenza di postura se accolto in un gruppo durante l’esercitazione. 

Per l’esperienza personale prima e per gli studi in psico pedagogia intrapresi successivamente, ho potuto dare una connotazione spendibile, negli allenamenti, alle reazioni psico mio tensive derivate da comandi e habitat, differenziandoli per efficacia tra la competizione e l’allenamento.

Per semplificare la divulgazione andremo per esempi

Quando mi allenavo in addestramento, mi sono reso conto che:

  1. Se quando ero al limite con il cuore fuori dal torace, il mio istruttore, mi gridava denigrandomi per essere allo stremo, ne usciva un ulteriore allungamento della stremo energetico; a differenza di quando qualcuno diceva “ sei bravo, sei forte” dove lareazione mio tensiva era di fermo. La spiegazione tecnico scientifica, la ebbi durante gli studi e sostanzialmente la possiamo schematizzare così:

A. Il comando aggressivo su denigrazione per non avere dato tutto, ( anche se si è stremati ) crea una frustrazione che viene compensata con produrre un ulteriore spinta;

B. Il complimento creava un traguardo già raggiunto e la reazione mio tensiva era di stop, per giusta causa.

 

2. La considerazione al punto 1, doveva però essere adattata al contesto di allenamento, perché se il contesto era di competizione, la reazione mio tensiva si invertiva; ovvero, se in competizione il mio istruttore mi avesse dato del fallito, inconsapevolmente la rappresentazione proiettiva delle performance ci avrebbe creduto;

3. mentre in competizione, servono conferme, anche se fasulle. Dire a un atleta impreparato che può farcela, lo aiuta.

Questo tipo di riflesso mio tensivo obbedisce ai meccanismi di sopravvivenza, meccanismi che sono sempre: la difesa e la prolificazione.

Fare figli ed essere pronti e forti per la guerra, a difenderli.

Se un uomo si presenta emaciato flesso pusturalmente ad un donna, susciterà bisogni di coccole ma non certo pulsione sessuale che per la natura è fare figli. 

Se si presenta spalle aperte petto in fuori glutei tonici, susciterà nella femmina richiesta di corteggiamento. 

Ci fermiamo a questi esempi anche irriverenti per la complessità dell’argomento, ma sicuramente precisi per essere riscontrati quotidianamente.  

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Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti - Fisioterapista 

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